Le dimissioni di Toti: una sconfitta per la civiltà e per la politica

Ad oltre 30 anni dal colpo di stato del 1992 (dopo l’ammissione di Giovanni Pellegrino possiamo definirlo così senza se e senza ma) i settori deviati della magistratura italiana mettono a segno un altro colpo mortale contro la libertà e la democrazia nel nostro paese.

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria eletto dal popolo (che in uno stato democratico dovrebbe essere al di sopra di tutto) si è dimesso per vedersi revocata un’assurda misura cautelare che aveva proprio questo scopo.

Un atto dunque eversivo da parte di chi vuole a tutti i costi condizionare e dirigere la vita del paese.

Ciò che indigna maggiormente però è il mancato sostegno da parte di un centrodestra che ha smarrito la sua identità garantista (Silvio Berlusconi si vergognerebbe del loro comportamento).

Un centrodestra incapace di fare una seria riforma della giustizia pur avendo i numeri ed un PD che perde ogni giorno un’occasione di redimersi dagli errori e dagli orrori commessi in tanti anni di fiancheggiamento della suddetta attività eversiva.

Come al solito il governo ha deluso le aspettative, prima proclamando suggestive ipotesi (che magari fossero state realizzate) come la separazione delle carriere e un’alta corte per giudicare i magistrati che sbagliano (per colpa o dolo): non era tutto quello che ci saremmo aspettati ma era un buon inizio (oltre che per i magistrati un tribunale speciale servirebbe anche per i loro fiancheggiatori negli organi di informazione) al quale doveva una volta per tutte seguire una fortissima limitazione del barbaro strumento della carcerazione preventiva (ma sopratutto in FDI ci sentono poco da quest’orecchio).

Anche l’amnistia (o indulto) sarebbe così necessaria da non poter attendere oltre ma su questo anche Forza Italia ha fatto mancare il proprio sostegno lasciando di fatto questa nobile battaglia solo alle esigue forze del Partito Radicale: una delusione per il partito che più di tutti dovrebbe nella maggioranza ricordare che nel 2006 l’indulto fu voluto da tutti (ma allora il Ministro della Giustizia era Clemente Mastella, un gigante di fronte ai nani di questo governo e di questa opposizione)

Claudio Marini