Un anno senza Berlusconi: il dovere di continuare le sue battaglie per la libertà

Ci lasciava un anno fa Silvio Berlusconi, imprenditore prima e politico poi, per 30 anni ingiustamente perseguitato da alcuni settori indegni della magistratura italiana.

Non basterebbe un breve articolo per illustrarne i tanti meriti in campo imprenditoriale e sportivo: i successi ottenuti partendo dal niente sono la migliore testimonianza delle sue capacità e della sua voglia di costruire.

Ed anche in politica nel 1994 ha realizzato un miracolo ribaltando il colpo di stato del 1992 messo in piedi dall’ex PCI con a complicità di una parte della magistratura: un miracolo che non gli è stato perdonato ed ha pagato con 30 anni di assurde persecuzioni.

Avrebbe meritato il Quirinale ma la mancanza di coraggio del PD 2 anni fa ha impedito la più giusta conclusione di una carriera ed ha impedito che per un anno l’Italia avesse un capo di stato degno di tale ruolo.

Il centrodestra oggi (in particolare il partito che ha più voti) non deve però dimenticarne l’esempio e deve continuare le sue battaglie per estirpare finalmente il cancro che dal 1992 affligge l’Italia, con una riforma all’insegna della libertà.

Non va dimenticata inoltre la grande lungimiranza di Berlusconi sulla politica estera: aveva per primo capito che la Russia è parte dell’Europa e soltanto con uno stretto rapporto con essa si sarebbe potuto costruire un ordine mondiale basato su giusti principi. Non solo Trump quindi ma lui ancora meglio avrebbe dialogato con Putin ed avrebbe evitato la guerra se avesse avuto un ruolo. Ma non è ancora troppo tardi nemmeno in questo: si può riportare l’Italia dalla parte giusta se si vuole.

Non sono infine da commentare quanti, sia lo scorso anno in occasione dei funerali di stato che ora in occasione delle commemorazioni, non hanno perso occasione per dimostrare la loro grettezza: di certa gente davvero se ne farebbe volentieri a meno e senza di loro il mondo sarebbe migliore.

Claudio Marini