Sempre più in calo le vendite di Repubblica: una fine più che meritata

Da tempo immemorabile ormai le vendite del quotidiano Repubblica sono in continuo calo ed il crollo non accenna a fermarsi.

E non è certo il solo periodo di crisi generale dell’editoria a poter spiegare tutto ciò: il problema è infatti più profondo ed il crollo è più che meritato.

Nato nel 1976 su ispirazione di Eugenio Scalfari che voleva vendicarsi di Nenni e Craxi per un mancata candidatura (ecco il grande ideale per cui fu fondato) fu sostenuto all’inizio dal principe Carlo Caracciolo, uno che poteva permettersi di fare il comunista perchè di certo non aveva problemi ad arrivare fino a fine mese e se anche li avesse avuti avrebbe certamente avuto un aiuto dal marito della sorella, ovvero l’Avvocato Gianni Agnelli.

Poi fu rilevato da Carlo De Benedetti che ne scrisse le pagine più vergognose, come quando dipinsero come un ladro quello che era un grande statista: tante ne abbiamo lette e viste da loro in tanti anni e sempre erroneamente pensavamo di aver visto il peggio di quello che erano.

Poi la proprietà è passata alla famiglia Elkann e pur cambiando padroni hanno mantenuto la loro vergognosa propensione alla diffamazione ed al giustizialismo: solo alcune settimane fa scrivevano di un cittadino condannato solo in primo grado (quindi innocente fino a prova contraria ed in attesa di giudizio” che era ancora a piede libero, come a volersene dolere e come se per loro fosse bastata già l’accusa per tenerlo dentro.

Un altro vergognoso episodio ha riguardato notizie false e tendenziose contro la Federazione Russa, alle quali ha risposto con classe e dignità l’Ambasciata Russa in Italia, che senza scendere al livello infimo del giornale, ne ha confutato senza ombra di dubbio i deliri e le bugie: una figuraccia di cui la stampa italiana avrebbe fatto volentieri a meno e per cui esprimiamo la nostra solidarietà all’Ambasciata Russa in Italia ed alla Federazione Russa.

Un modo vergognoso di fare giornalismo che solo un soggetto indegno come Elkann può sostenere ma ci auguriamo che il crollo delle vendite sia solo l’inizio: di giornali del genere ne faremmo volentieri a meno ed il giorno che cesserà le pubblicazioni sarà un grande giorno per la libertà d’informazione.