Sempre meno Clinton, sempre più Carter: il triste declino di “Sleepy” Joe Biden

Alla vigilia delle elezioni mid-term americane non sembrano esserci dubbi sulla vittoria del partito repubblicano e l’unica incognita è il distacco che riusciranno a dare ai democratici.

E nemmeno ci sono dubbi sulle responsabilità: l’attuale inquilino della Casa Bianca non ne ha indovinata una da quando è stato eletto.

Cominciamo dal disastroso ritiro dall’Afghanistan, certamente previsto ma organizzato così male da far tornare in mente le tristi immagini di Saigon.

Aveva promesso agli USA di tornare protagonisti sulla scena internazionale criticando il presunto isolazionismo trumpiano ma il suo “America is back” strombazzato dopo la sua elezione è rimasto lettera morta.

Trump aveva ottenuto negli ultimi periodi della sua presidenza risultati mai raggiunti prima sulla questione israeliana con paesi arabi che avevano riconosciuto lo stato ebraco (gli “accordi di Abramo” avevano preso una bella piega e dovevano essere portati avanti per ampliare il campo arabo non ostile ad Israele) ma l’attuale presidente ha fatto solo passi indietro.

Sul Venezuela addirittura niente è stato fatto e la Corea del Nord, duramente ammonita durante la presidenza Trump, ora è tornata a farsi minacciosa.

Lo stesso ex presidente ha sottolineato nei mesi scorsi che con lui alla presidenza Putin non si sarebbe mai azzardato ad attaccare l’Ucraina: ecco, questo rappresenta il maggior fallimento dell’amministrazione Biden perchè se davvero la Russia è colpevole si sta facendo davvero poco per aiutare l’Ucraina ma se Putin ha le sue ragioni allora che senso hanno le sanzioni che ci sono da mesi?

Al popolo americano la risposta domani dalle urne, e forse il rimpianto per aver troppo frettolosamente dato giudizi negativi su Trump 2 anni fa.