Naica, la grotta dei cristalli che affascina il mondo

I giganteschi cristalli di gesso che occupano l’interno della cava messicana di Naica sono in continua crescita da un milione di anni, anche se solo recentemente sono stati scoperti, 2000 da alcuni operai al lavoro. Arrivati a 300 metri di profondità, gli uomini della miniera si sono trovati davanti uno spettacolo indescrivibile. I cristalli infatti arrivano a misurare 11 metri di altezza e due di diametro e crescono a velocità incredibilmente lenta, l’equivalente dello spessore di un capello ogni cento anni. Molto meno, quindi, di stalattiti e stalagmiti, secondo gli studiosi che li hanno analizzati. Guidati dal cristallografo Juan Manuel Garcia Ruiz, del CSIC, una equipe ispanico giapponese ha utilizzato un microscopio ad altissima sensibilità con il quale ha studiato campioni dei cristalli della grotta, una delle tante che contengono queste formazioni nella miniera di Naica. “La crescita di queste formazioni è così lenta che fino ad ora era quasi impossibile misurarla. Ci siamo riusciti grazie ad un microscopio speciale che abbiamo progettato con la collaborazione di un gruppo di ricerca dell’Università di Sendai, in Giappone. Questo strumento ci ha permesso di stimare che alcuni dei cristalli della cava sta crescendo da circa un milione di anni”, spiega Garcia Ruiz, dell’ “Istituto Andaluz de Ciencias de la Tierra”. In realtà lo scienziato spagnolo si trovava a Sendai per ultimare il lavoro quando è avvenuto il terribile terremoto dello scorso marzo, ed ora si trova in Messico per portare avanti il progetto. I cristalli costituiscono un patrimonio geologico unico che è necessario studiare per la sua conservazione. Le ricerche hanno dimostrato che l’umidità e la temperatura sono le variabili più importanti da controllare. I macrocristalli si sono formati sott’acqua, in un punto dove le acque termali profonde, calde (52°C) e sature di solfuri venivano in contatto con acque esterne fredde e ricche di ossigeno, che si infiltravano naturalmente dall’esterno. Lungo la superficie che separava queste due acque, che non potevano direttamente miscelarsi tra loro vista la differente maggiore densità di quelle profonde e mineralizzate, avveniva la diffusione dell’ossigeno nello strato inferiore con conseguente ossidazione degli ioni solfuro a solfato, che ne provocavano una lievissima sovra saturazione rispetto al gesso e quindi una sua lentissima deposizione. Queste condizioni di deposizione si sono evidentemente mantenute per un tempo molto lungo (migliaia di anni) e i cristalli hanno potuto svilupparsi sino a queste dimensioni inusitate. Infine, in tempi molto recenti la cavità è stata probabilmente svuotata accidentalmente in maniera naturale a seguito dell’abbassamento del livello freatico locale dovuto ai lavori minerari. Gli studiosi hanno analizzato la reattività del gesso a diverse temperature delle acque sottostanti alla miniera di Naica, che inondano la Cava dei Cristalli durante tutto il processo di crescita. “Le grotte di Naica sono ricche di argento, piombo e zinco, che ancora adesso vengono estratti. Per questo  non c’è acqua nella cava ed i cristalli hanno bloccato la loro crescita, ma se un giorno l’acqua tornerà nella miniera i cristalli di selenite, che già sono i più grandi del mondo, continueranno a crescere” aggiunge il ricercatore spagnolo, vero e proprio appassionato dei cristalli giganti (le cui ricerche si sono rivolte anche alle grotte di Sorbas, e alle miniere romane di Segóbriga, in provincia di Cuenca), al punto di arrivare a realizzare un documentario, “El misterio de los cristales gigantes” per raccontare i segreti dei cristalli e della grotta messicana. “Un viaggio nelle viscere della Terra, alla ricerca dei cristalli più affascinanti mai creati dalla natura. La bellezza del mondo minerale mostrata al suo massimo splendore. Un’avventura d’indagine per svelare il mistero dei cristalli giganti”. A Pulpì e Sorbas, entrambe in Almeíra, così come nella miniera El Teniente, in Cile, è possibile trovare seleniti giganti, anche se la loro grandezza non è comparabile con quella di Naica, ribattezzata come cattedrale dei cristalli.

Antonella Passatore