Marilyn Monroe: a 60 anni dalla morte continua il mito

Sono passati 60 anni dalla scomparsa della famosa attrice americana ma la sua immagine e soprattutto il suo mito rimane vivo più che mai. Marilyn Monroe fu trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, il 5 agosto 1962, all’età di trentasei anni e nel pieno del suo successo. Il ritrovamento ma soprattutto le circostanze della morte non sono mai state chiare e molte sono le leggende che girano intorno alla tragica scomparsa.

Il cadavere che era privo di vestiti e con in mano la cornetta del telefono, fu scoperto da Ralph Greenson ma alcuni biografi ritengono che l’attrice morì molte ore prima; in questo lasso di tempo, Marilyn sarebbe stata portata all’Saint John’s Health Center di Santa Monica, ma la struttura ospedaliera rifiutò di accettare il caso per l’eccessiva notorietà della vittima. Un’indagine formale nel 1982 della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto. Secondo il dottore che eseguì l’autopsia Marilyn si suicidò con una dose massiccia di anti depressivi e sonniferi di cui faceva uso soprattutto in quel periodo.

Tra le varie versioni formulate, venne ipotizzata anche la complicità dei Kennedy, che vedevano nella Monroe, che si era detta pronta a confessare le loro relazioni con lei, una minaccia per la crescente carriera politica: altri invece parlarono di una vendetta della mafia americana nei confronti della famiglia Kennedy per alcune promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute. Molte dunque le ipotesi che nel corso degli anni si sono susseguite intorno alla morte della diva però mai nessuna è stata confermata.

Marilyn Monroe, nome d’arte di Norma Jeane Baker  nacque nel 1926 da Gladys Pearl Monroe ( dalla quale prese il nome d’arte) mentre sull’identità del padre non si sa nulla: probabilmente lasciò la madre di Marilyn appena seppe della gravidanza. Questa situazione familiare influenzò tutta la vita di Marilyn: fin da piccola infatti l’attrice fu costretta a vivere in diverse case famiglia, a subire abusi e soprattutto a non avere relazioni durature.

La Monroe cominciò a lavorare come modella, prima di firmare il suo primo contratto cinematografico nel 1946; dopo alcune parti minori, divenne famosa con film come “Giungla d’asfalto” e “Eva contro Eva”. Negli anni successivi, i suoi ruoli in “Niagara” e “Gli uomini preferiscono le bionde” vennero apprezzate dalla critica, ottenendo la definitiva consacrazione internazionale. Seguirono altri film: “Come sposare un milionario”, “Quando la moglie è in vacanza”, ( cult fu la scena nella quale si alza il vestito bianco in metropolitana) e “A qualcuno piace caldo”, per la quale vinse un Golden Globe come migliore attrice.

Fra i successi come cantante vi sono “My Heart Belongs To Daddy”, “Bye Bye Baby” e “Diamonds Are a Girl’s Best Friend”, inserite in “Gli uomini preferiscono le bionde”. Celebre inoltre fu l’intervento canoro alla festa di compleanno del presidente Kennedy, quando intonò “Happy Birthday, Mr. President” con un fascino e una sensualità senza eguali. Proprio per il suo modo di porsi e per la sua bellezza over 46 fu ritratta in numerose foto di pubblicità e di riviste, diventando un simbolo fuori da ogni tempo e, secondo Marlene Dietrich, la prima vera sex symbol. La Monroe inoltre è stata spesso citata come vera e propria icona della cultura pop.

Nella sua vita molti furono gli uomini che l’amarono tra questi il famoso giocatore di baseball Joe di Maggio,( il quale si occupò del funerale), il drammaturgo Arthur Miller e i fratelli John e Bob Kennedy. I fallimenti delle sue storie d’amore furono una delle cause che portarono la bionda più famosa di Hollywood al crollo psicofisico, all’abuso di alcool e di farmaci.

La sua storia non smette di affascinare come purtroppo la circostanza della sua scomparsa. Troppe infatti le incongruenze e soprattutto le sparizioni di documenti importanti che l’attrice custodiva con sé e che non sono mai stati ritrovati. Finora nessuna attrice è riuscita ad eguagliarla e forse mai nessuna riuscirà a soppiantare il mito di Marilyn.

“Lassù, fra le luci, c’era il mio nome. “Dio, qualcuno dev’essersi sbagliato”, mi dissi. Ma era là, tutto illuminato. Allora mi sedetti e mi dissi: “Ricordati, non sei una stella”. Ma il nome era proprio lassù, in piena luce”. Così scriveva Marilyn Monroe, durante gli anni del successo e così sarà per sempre.

Claudio Marini