La Spia che qualcosa non va: IL BULLISMO

Ogni mass media, ormai quasi quotidianamente, purtroppo ci parla di casi di bullismo, tant’è che questo fenomeno è entrato ormai nella nostra quotidianità. Al di là degli accadimenti che fanno notizia, si tratta di una piaga molto più diffusa di quanto si creda. E’ uno strazio per i poveri ragazzi che le subiscono , fatto di prepotenze, umiliazioni, vessazioni, sotto gli occhi degli altri membri della classe che nel 99 per cento dei casi abbandonano le vittime, e non tanto per paura di ritorsione quanto più perché molto spesso il bullo incarna i non valori vigenti nella società di oggi: arrivismo, “menefreghismo” nei confronti del prossimo e del sistema scolastico, enfatizzazione massima delle cose fatue ecc ecc…. Le vittime, la maggior parte delle volte, non avendo altri gruppi di riferimento e credendo che si tratti dell’unico ruolo che possono ricoprire in società, essendo la scuola l’unico esempio di società che hanno a disposizione, si chiudono in loro stessi e non cercano aiutano. I  più svegli, che hanno solide famiglie e solide amicizie al di fuori della scuola e sanno che per fortuna il mondo non si limita a quelle quattro mura, riescono a fare denuncia a chi di dovere, ma si tratta della minor parte dei casi e in più, la situazione può soltanto affievolirsi ma mai migliorare perché il bullo è portato a credere da vari fattori psicologici di avere sempre e comunque ragione. I bulli sono quei ragazzi che si ritengono più forti per motivi futili, perché vestono abiti di marca e credono che sia quello il marchio del loro prestigio, perché studiano soltanto per il voto e non hanno nessun interesse a capire davvero, a crearsi una propria cultura. Di solito sono stati educati esclusivamente dalla televisione, senza che nessun genitore abbia mai mostrato spirito critico verso di essa,  che manda continuamente messaggi di violenza e di supremazia sul prossimo. Il  prossimo che ha modi dolci, gentili e che magari legge libri e ci tiene alla propria cultura, vale anche se non è vestito di marca, o se non segue i social network, o se preferisce stare sulla sua,  ma questo al bullo non interessa. L’importante è trovare qualcuno “inferiore”, secondo la sua scala di valori non condivisibile e da abrogare,  da poter umiliare per affermare invece il proprio prestigio. L’eroe positivo non ha più ragione di esistere, non bisogna essere buoni e gentili con il prossimo, ma cattivi e agguerriti. Oggi si impone l’eroe che beve e si impasticca a piacimento perché “può smettere quando vuole”. L’anima nera risulta più simpatica e ammirevole rispetto al ragazzo gentile che aiuta la vecchietta ad attraversare la strada, che appare invece, scialbo noioso e da evitare. Ci sono dei bambini che ogni giorno pretendono di consumare la merenda di un loro compagno di classe, oppure che esigono dei pagamenti di pochi euro per semplice sfizio. Il bambino, o il fanciullo, o il ragazzo che subisce, si sente solo e abbandonato e i compagni manifestano la loro omertà. Poco alla volta il bulletto assume il totale controllo della situazione della classe. Obbliga la sua vittima alle pene più assurde, magari per pagare il bullo, la vittima inizia a rubacchiare in casa e viene sorpreso dai genitori che lo rimproverano. Gli insegnanti a loro volta percepiscono che qualcosa in classe non va ma non realizzano spesso anche perché non vogliono realizzare, addirittura ci sono situazioni dove gli insegnanti coprono il bullo di elogi e complimenti gratuiti che fanno sentire la vittima ancora più indifesa. In alcune zone degradate del nostro paese, il bullismo nelle scuole consiste in una sorta di praticantato per continuare le “tradizioni” e “il lavoro” della propria famiglia, e se gli insegnanti intervengono, prontamente i genitori del bullo minacciano gli insegnanti con gesti, e minacce per niente di poco conto. Tutti i paesi a sistema capitalistico sono invasi dai bulli, tanto è vero che negli Stati Uniti è ormai di ordinaria consuetudine vedere che prima di entrare a scuola, gli alunni vengano monitorati con il metal detector per evitare che possano portare addosso cacciaviti, coltelli e qualunque altra oggetto che potrebbe recar danno ai coetanei. In questi ultimi anni, molti studiosi di sociologia e  di psicologia stanno analizzando il fenomeno, vista la sua gravità. Dagli studi  non si può fare a meno di notare, che il fenomeno si realizza contro soggetti che hanno più difficoltà ad integrarsi, anche se per scelta, magari semplicemente perché si hanno gusti ed interessi diversi dalla maggior parte dei coetanei. Uno degli esempi culturali dominati dell’epoca odierna è l’efficientismo a tutti i costi, tutti dobbiamo essere uguali, omologati, tutto deve essere perfetto, nessuno può sbagliare, e chi mostra la sua umanità è oggetto di derisione. A maggior ragione il problema sussiste quando sono gli adulti che sottovalutano il fenomeno e conservano anche stima verso il bullo che è sfacciato e sicuro di sé. Bisogna infatti, sfatare l’immagine del bullo che non va bene a scuola e che risponde anche ai professori in maniera poco rispettosa. Molto spesso si tratta di studenti modello, che anche se studiano per il voto più che per trarre giovamento dalla cultura personale , hanno verso di sé tutta la stima degli insegnanti, i quali sono ignari del fatto che sono i primi spesso e volentieri ad essere oggetto di derisione e disprezzo continuo.

Gli studi hanno dimostrato che ciò che manca nella famiglia del bullo è una corretta  autorità genitoriale , alimentata da affetto e tenerezza, ma soprattutto da tangibili esempi di vita. Secondo lo psicologo Olivero Facchinetti , esistono due forme di bullismo: diretto e indiretto. Per spiegarle si può ricorrere a degli esempi. Il bullismo diretto che riguarda soprattutto i maschi si manifesta con offese verbali, parolacce, ingiurie, vessazioni e umiliazioni pubbliche di vario tipo. Il bullismo indiretto è per lo più femminile, e si manifesta sottoforma di pettegolezzi velenosi , invenzione di storie umilianti per la vittima che devono avere come effetto l’emarginazione del gruppo. Molto spesso le due forme si mescolano insieme e se uniamo a tutto questo anche l’ambiente delle periferie degradate delle nostre grandi metropoli, ecco che vengono a crearsi dei veri e propri mostri distruttori dai quali è bene stare alla larga.

Il dilagante  bullismo è una spia che ci segnala che nel nostro sistema sociale qualcosa non va. La società ha pensato sempre più ad evolversi nel campo tecnologico, dimenticando i valori dell’umanità. Scuola e famiglia possono e devono fare molto per migliorare la situazione , ciascuna nel suo ruolo. L’educazione ai valori non deve essere soltanto proclamata, deve essere vissuta nel quotidiano, partendo dai gesti più semplici.

Veronica Di Norcia