
Nell’epoca dell’antica Grecia, nel bacino del Mediterraneo le antiche popolazioni (etruschi, romani, greci) vestivano con i medesimi abiti, seppure con alcune varianti.
La veste era chiamata tunica a Roma, o chitone in Grecia, variava di lunghezza a seconda del genere, era una sorta di rettangolo senza maniche fermato sulle spalle da fibule e in vita da un cinturone. In epoca arcaica le donne greche indossavano il peplo ripiegato nella parte alta creando una mantellina lunga fino alla vita. La varietà degli abiti era data dalla capacità di creare panneggi o pieghe e non tanto dal taglio.
Gli etruschi indossavano come mantello la tebenna, da cui deriva la toga romana, solitamente allacciata con una fibula sulla spalla, i loro vestiti erano per lo più caratterizzati da colori brillanti.
La toga romana era un enorme mantello in lana o lino, portato esclusivamente dagli uomini, avvolto attorno al capo a formare fitte pieghe; questo mantello dava alla figura l’aspetto virile e statuario del cittadino potente di Roma. La toga conobbe un’evoluzione stilistica dalla repubblica all’Impero, se ne usavano diverse, dalle senatoriali orlate da fascia di porpora alle candide indossate da chi era in carica politica ( da qui la parola candidato) a quelle di colore scuro per chi era in lutto.
Le conquiste in Europa e in Asia influenzarono la moda romana. furono introdotte le brache che i romani conobbero per la prima volta durante le guerre in Gallia e le maniche di origine orientale.
Frequenti erano le parrucche, le più ricercate le bionde, fatte con capelli di schiave germaniche mentre per quelle nere, si utilizzavano capelli di donne orientali.
Arrivando all’epoca bizantina, si diffuse anche qui la moda, in Europa soprattutto da quando l’imperatore Costantino trasferì la capitale da Roma a Bisanzio ribattezzandola Costantinopoli.
Fu importante centro culturale, punto di riferimento anche per l’abbigliamento che si arricchì di influenze orientali. In particolare con l’introduzione della seta, bozzoli di bachi, furono portati dalla Cina, dove a Costantinopoli la produzione serica era severamente controllata da editti imperiali che ne limitavano l’uso ai ceti dominanti, anche l’uso della porpora colorante costosissimo ricavato da un mollusco era riservato alla corte. Per quanto riguarda le forme, gli uomini usavano la tunica con le maniche portata sopra un’altra tunica interiore, le brache e la clamide, copiata dai romani alla moda greca viene rappresentata con un inserto romboidale. Ricco era l’abbigliamento femminile con tunica e clamide ricamata e gioielli, perle e gemme, orecchini e mantelline incastonate di pietre preziose, anche oggi alcuni stilisti si ispirano spesso a quest’epoche remote per creare qualcosa di nuovo ma che pur sempre rimanda al passato interpretato in chiave moderna.
Manuela Ciliberti