La moda: le sue origini, il suo sviluppo, la figura dello stilista

Tutti parlano di moda, ognuno di noi si veste giornalmente cambiando indumenti adatti ad ogni situazione. Ma cos’è veramente? Quali sono le sue origini? Come si è trasformata nel corso degli anni?

Per iniziare, il termine moda deriva dal latino modus, che significa maniera, regola, ritmo, tempo.

Nasce soprattutto dalla necessità di coprirsi con tessuti o materiali lavorati per poter essere poi indossati, in un secondo tempo assume una precisa funzione sociale, rivolta a distinguere  proprio le varie mansioni sacerdotali, amministrative e militari. Anche se le donne erano escluse da ciò, non rinunciavano comunque anche loro a curare il loro aspetto, dalle classi abbienti a quelle più povere tutti ricorrevano all’uso del costume.

Prima dell’800′ l’abito era considerato così prezioso che veniva elencato tra i beni testamentari.

La figura del sarto, ovvero colui che sviluppa il taglio, cucito e la confezione di un abito, in quell’epoca non era un mestiere indipendente, ma un servitore delle grandi signorie, dove viveva e lavorava presso la corte di un signore, professione preclusa alle donne, non esistevano taglie, ma un pezzo unico costruito proprio su misura del cliente.

Fin dall’epoca romana, furono note in Italia le leggi suntuarie ovvero dispositivi legislativi che limitavano il lusso nella moda, o obbligavano determinate classi sociali a indossare segni distintivi. In seguito lo stesso Giulio Cesare e altri imperatori, ne stabilirono il prezzo. Chi avrebbe ostentato gioielli, decorazioni, pellicce, sarebbe stato multato, o vietata l’assoluzione in chiesa, evento molto grave per l’epoca. Leggi più discriminanti per gli ebrei che erano obbligati a portare un cappello a punta o un segno colorato sul braccio; per le prostitute invece era vietato lo sfoggio troppo esuberante e dovevano indossare abiti in determinati colori.

Alla fine del 700’, le leggi erano quasi totalmente scomparse con l’arrivo della Rivoluzione francese. Dal XIX secolo si cominciò a definire la figura dello stilista vero e proprio, poco dopo la Rivoluzione francese, abolite le corporazioni, leggi rigide e severe, il sarto ora poteva esprimere la sua creatività.

Da qui nascono nuovi tagli, nuove stoffe, nuovi canoni nello stile del vestire, lo stilista capovolse il rapporto che c’era tra sarto e cliente, che invece ora dipendeva dalle sue idee ed era felice e lusingato di indossare un abito firmato da lui e realizzato nel suo atelier.

Gli stilisti lavoravano solo per un èlite, poiché i costi per la produzione erano molto alti.

La moda diventò fenomeno di massa verso la metà dell’800′, con l’impiego di nuove macchine per tagliare tessuti e dal telaio meccanico. Con la creazione dei grandi magazzini in Francia, i prezzi degli abiti confezionati in serie si abbassarono.

Mediante il ricorrere a questi nuovi e innovativi mezzi e con l’invenzione dell’acciaio si introdussero materiali meno costosi, e maggior produzioni di stoffa, come la stampa delle decorazioni con coloranti industriali; vennero realizzati così i primi busti e sottogonne, la crinolina anche, il famoso sottogonna a cupola, diffusa nell’epoca del Romanticismo era munita di acciaio e poteva essere indossata da ogni donna del popolo.

Manuela Ciliberti