
Bastano poche parole per descrivere quanto accaduto nelle ultime ore: Il centrodestra, guidato da Giorgia Meloni leader del primo partito in termini di consensi, ha vinto le elezioni politiche anticipate, senza se e senza ma.
C’è poco che gli intrallazzatori alla napolitano (ripetiamo non è un errore o una svista la lettera minuscola) possano inventarsi per evitare un governo di centrodestra, espressione della volontà popolare.
Innanzitutto occorre complimentarsi con la leader del primo partito italiano, FDI, presumibilmente indicata dalla coalizione come premier: ha guidato da sola l’opposizione al governo Draghi ed è riuscita a conquistare la fiducia degli italiani.
Complimenti inoltre a Silvio Berlusconi, che è il vero proprietario dei voti di Forza Italia: da quel partito potrebbero andare via tutti ma non perderebbe un voto e questo perchè, a parte qualche eccezione rappresentata da esperti e competenti personaggi (vedi Gasparri, Fazzone, etc) la quasi totalità dei consensi del partito è merito del suo fondatore e gli altri sono solo miracolati del leader.
Pur facendo parte della coalizione che ha vinto non si può negare che la Lega abbia ottenuto un risultato deludente e sarebbe un errore madornale fare finta di niente non aprendo un dibattito interno: un dibattito che non può prescindere dal recupero dei valori dei padri fondatori del partito e dal recupero di tante valide risorse messe troppo in fretta da parte perchè la loro unica colpa era di essere fedeli a Bossi, che come lo stesso Salvini ha dovuto ammettere è la persona senza la quale nessuno di loro avrebbe fatto la carriera che ha fatto. Allora Salvini in primis dovrebbe avere il coraggio di ammettere che emarginare Bossi ed i suoi sostenitori, quasi rinnegando l’identità della Lega delle origini, sia stato un errore e porvi rimedio riaprendo il partito a tanti che possono ancora dare un grande contributo: sarebbe lungo l’elenco ma per fare un esempio uno come Giacomo Chiappori avrebbe tanto da insegnare ad una nuova classe dirigente da formare.
Purtroppo, pur perdendo oltre la metà dei voti del 2018, il M5S ha ancora avuto la fiducia di tanti ingenui (soprattutto nel sud), convinti che i loro problemi possano essere risolti da Grillo e Conte: non è bastata loro la serie di disastri che ci ha offerto il movimento, ne vogliono altri ma speriamo che resti solo alla nostra immaginazione elencarli.
Concludendo una riflessione sul PD: in tanti, purtroppo in perfetto stile italiano, chiedono le dimissioni di Letta, come se quando ha preso il partito fosse al 40%: dimenticano che Letta non ha fatto miracoli ma nemmeno disastri, purtroppo si è limitato a gestire ciò che ha trovato, non avendo il coraggio di una vera svolta, in senso socialdemocratico, riformista e garantista, ed è questo forse il suo fallimento, ma non merita di lasciare il partito perchè siamo certi che altri al suo posto avrebbero fatto peggio.