I russi scelgano come meglio credono e non come vuole una parte dell’occidente

L’occidente non ha perso il brutto vizio di voler ingerire nella politica russa, ritenendo con la sua solita presunzione, di poter sancire chi è legittimato a governare il popolo russo e chi no.

Il pretesto (come se gli USA ed i loro vassalli ne avessero bisogno) è venuto stavolta dalla morte di Alexey Navalny, una morte avvenuta secondo le assurde teorie occidentali, su ordine di Putin. L’assurdità di tale teoria sta in una semplice considerazione: Navalny (che lo ricordiamo era in prigione dopo essere stato condannato con un regolare processo, cosa che tanto per fare un esempio non accade nella pseudo-democratica Italia, nella quale si abusa del carcere preventivo) era ormai un uomo solo senza seguito e non rappresentava certo un pericolo per il Presidente russo e certamente soltanto uno stupido (e Putin ha sempre dimostrato grande intelligenza) avrebbe commesso una follia del genere.

Ma così è: gli americani ed i loro alleati, evidentemente a corto di argomenti dopo 2 anni di inutili aiuti militari all’Ucraina, le provano tutte per interferire nella politica russa, al solo scopo di danneggiare Vladimir Putin, colpevole di non essersi piegato ai loro voleri e di aver al contrario fatto il possibile per proteggere il suo popolo.

Evidentemente la storia non insegna nulla agli americani ed ai loro alleati europei: ogni volta che con le menzogne hanno cercato di delegittimare Putin i russi hanno dimostrato di non essere disposti a farsi abbindolare ed hanno confermato la fiducia al loro Presidente. Nulla fa presagire che questa volta cadano nel tranello degli occidentali ( o per meglio dire dei leader occidentali perchè sono in molti in Europa ed in Italia a non condividere l’ostilità verso la Russia).

Noi che rispettiamo il popolo russo non abbiamo bisogno di dare indicazioni di voto: i cittadini russi sapranno scegliere in modo intelligente come hanno fatto negli ultimi anni e questa sarà la migliore risposta agli intrighi orditi dall’altra parte dell’Atlantico.

Claudio Marini