Gli Elkann e l’eredità della vedova dell’Avvocato: le ragioni di Margherita Agnelli

Se qualcuno sente la mancanza di una “Dynasty” in Italia (per non farci mancare niente rispetto agli inglesi con le rivelazioni di Harry) non c’è problema: verrà accontentato a breve.

Infatti la famiglia imprenditoriale degli Agnelli, che per oltre un secolo hanno rappresentato quasi una famiglia reale in Italia, nasconde ombre che nulla hanno da invidiare a quelle della Royal Family inglese.

Al centro della contesa l’eredità della vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli, Marella Caracciolo, che lasciò tutto ai 3 figli di Margherita Agnelli avuti dal primo matrimonio con Alain Elkann, cioè John, Lapo e Ginevra, dimenticando quindi i 5 avuti dal secondo matrimonio di Margherita con Serge De Pahlen, figli questi ultimi che avrebbero avuto gli stessi diritti dei loro fratellastri maggiori.

Se le richieste di Margherita fossero accolte, ci potrebbero essere impatti sugli assetti del patrimonio di famiglia, la società Dicembre e la governance del gruppo Exor. Il valore della Dicembre, che appartiene a John per il 60% e a Lapo e Ginevra per il restante 40% suddiviso in parti uguali, al momento della morte nel 2019 di Marella Caracciolo sarebbe stato di 4,6 miliardi. Di questa società Margherita rivendicherebbe il 50%. Mentre, il gruppo Exor, la holding finanziaria olandese che amministra le società Stellantis, Ferrari, Iveco, CNH Industrial, il gruppo editoriale Gedi, l’Economist e la Juventus, nel 2021 ha registrato un fatturato di 33,6 miliardi di euro e un utile netto di 3,5 miliardi.

L’atto di citazione di Margherita, 200 pagine argomentate dall’avvocato milanese Dario Trevisan, delinea lo scenario di un vero e proprio complotto volto “alla totale esclusione della figlia e dei suoi discendenti, ramo de Pahlen, dalla successione Caracciolo”. Sostiene dunque Margherita che la madre sarebbe “stata indotta a rilasciare i testamenti, nonostante non ne potesse comprendere la portata” in quanto per motivi di salute fosse “minata nella sua effettiva capacità naturale a testare”.

Un’accusa gravissima per i rampolli alla guida oggi di Exor, e certamente un’ombra sulla loro legittimazione a guidare ciò che resta della società fondata dal sen. Giovanni Agnelli alla fine dell’Ottocento.

Noi ovviamente siamo garantisti e attendiamo la fine della causa ma se la pensassimo come i giornali di John Elkann lo dovremmo già considerare colpevole.

Torneremo nelle prossime settimane su questa vicenda con approfondimenti, perchè Margherita Agnelli ed i figli avuti dal secondo matrimonio meritano verità e giustizia.