Dopo l’elezione dei Presidenti delle Camere i nodi del governo vengono al pettine

Con qualche sussulto (per essere buoni) il centrodestra ha eletto i Presidenti dei due rami del Parlamento alla prima votazione nella quale serviva la maggioranza assoluta ma il primo passaggio istituzionale è stato motivo di scontro tra alleati, con il gruppo di Forza Italia che non ha votato ed ignoti dell’opposizione che hanno soccorso il centrodestra.

Al Senato comunque Fratelli d’Italia compie la scelta migliore facendo eleggere uno dei maggiori protagonisti della destra italiana, Ignazio La Russa, dal MSI ad AN,per poi essere coordinatore nazionale del PDL ed infine tra i fondatori del partito guidato da Giorgia Meloni: alla Camera l’ha spuntata Lorenzo Fontana e questo accontenta la Lega di Salvini, che ora sarà meno bellicoso nella formazione del governo.

Tornando al governo la Meloni non deve fare l’errore di mortificare Berlusconi e Forza Italia: dovrebbe far tesoro dell’esempio della DC che, pur avendo cifre anche superiori a quelle di FDI, concedeva molto spazio ai propri alleati (anche ai più piccoli) e certamente Forza Italia ha un peso numerico ancora significativo.

Proprio a Forza Italia (o anche ai moderati) dovrebbe assegnare il Ministero della Giustizia, che deve necessariamente andare ad un garantista senza se e senza ma: un ottimo nome, oltre ai tanti forzisti (esclusa la Casellati che non ha dimostrato abbastanza coraggio nel prendere posizioni garantiste) sarebbe quello di Lorenzo Cesa, autorevole esponente del centro, uomo di grande esperienza ed equilibrio, nonchè recente vittima di assurdi errori giudiziari (per questo chi meglio di lui?). Sulla scelta della giustizia si capirà molto di questo governo che sta per nascere e l’importante è partire con il piede giusto. Se non fosse la persona migliore per la Cultura vedremmo bene alla giustizia anche Vittorio Sgarbi, uno a cui sicuramente non manca il coraggio.

A proposito di coraggio un consiglio a Giorgia Meloni: ora che le elezioni sono passate non c’è più bisogno di puntare alla pancia degli elettori, quindi è il momento di abbandonare tentazioni giustizialiste (che a destra covano sotto la cenere e nemmeno fin troppo sotto) ed affrontare i nodi della giustizia con buonsenso, considerando anche l’ipotesi di provvedimenti idonei come amnistia o indulto (l’ultimo è del 2006 quando alla Giustizia c’era un gigante della politica come Clemente Mastella).