
Avrebbe compiuto 98 anni tra qualche mese Arnaldo Forlani, più volte segretario della Democrazia Cristiana e Presidente del Consiglio, che ci ha lasciati qualche giorno fa.
Una lunga carriera la sua che gli ha permesso di ricoprire oltre ai due principali ruoli nel partito e nel governo anche altri incarichi di prestigio.
Esponente del cosiddetto Grande Centro all’interno della Democrazia Cristiana, ha sempre rappresentato nel partito l’area più moderata e le posizioni più giuste, impedendo derive sinistrose che avrebbero indebolito e scelte scellerate (purtroppo verificatesi dopo la diaspora seguita all’eversione giudiziaria del 1992).
Con il segretario del Partito Socialista Bettino Craxi ebbe una grande intesa politica che garantì all’Italia grande benessere e stabilità.
Proprio nel 1992 poteva esserci il giusto coronamento di una brillante carriera al servizio dei cittadini e delle istituzioni: l’elezione a Presidente della Repubblica.
Purtroppo, nelle due votazioni in cui fu proposto dal partito, gli mancarono rispettivamente 39 e 29 voti, a causa di franchi tiratori (gli uomini di Giulio Andreotti che commise l’errore più grande ed imperdonabile della sua vita) che hanno avuto così sulla coscienza la fine della Prima Repubblica e l’elezione di un individuo spregevole e traditore del popolo come oscar luigi scalfaro (non è un errore aver messo le iniziali in lettera minuscola).
Con l’elezione di Forlani al Quirinale la storia dell’Italia sarebbe stata diversa (ed aggiungiamo 1000 volte migliore di quella che è stata con la sinistra arrivata al potere con un colpo di stato giudiziario avallato da colui che fu eletto nel 1992 a suon di bombe)
Claudio Marini