Biden sogna il bis ma Trump ha imparato la lezione

Lo ha ammesso lo stesso presidente americano: i sondaggi sono impietosi nei suoi confronti (20 punti in meno rispetto a quando è stato eletto) tanto che Biden, a distanza di qualche settimana da quando ha annunciato di volersi ricandidare, spera in un epilogo della guerra così favorevole da poter rivendicare il risultato ed allontanare le tentazioni di gran parte dell’elettorato americano che ha ormai voltato le spalle al presidente (accolto meno di 2 anni fa come una sorta di salvatore della patria).

A pesare sui gradimenti a picco degli americani nei confronti del capo della Casa Bianca ci sono soprattutto la situazione economica e l’aumento del tasso di inflazione, ma anche i salari e la disoccupazione. E certamente sul ritiro dell’Afghanistan dire che la situazione poteva essere gestita meglio è molto più di un eufemismo. Piuttosto deludente anche la sua vice Kamala Harris, anch’essa a picco nei sondaggi di popolarità e forse scelta prematuramente per un incarico così importante come quello di vicepresidente, nonostante i “progressisti” dell’occidente politically correct non vedessero l’ora di incoronarla erede di Biden alla presidenza. Certamente poi in molti rimproverano a Biden di non essere riuscito con le sanzioni ad evitare lo scoppio della guerra e l’invasione dell’Ucraina: in questo nelle precedenti settimane si era inserito Donald Trump, sottolineando che con lui presidente Putin non si sarebbe azzardato ad invadere l’Ucraina e anticipando quella che sarebbe stata la sua strategia, certamente più coraggiosa rispetto a quella di Biden, incassando attestati di stima e dimostrando lucidità e capacità di leadership, tanto che aumentano ogni giorno di più i sostenitori di una sua ricandidatura .

Evidentemente la prospettiva di una rivincita con l’ex presidente americano non è poi così improbabile e se la prima volta Biden ha vinto per gli errori commessi dall’avversario, in pare per inesperienza politica, stavolta le cose potrebbero andare molto diversamente. Se nonostante sia stato bandito da Facebook e Twitter (ciò dovrebbe preoccupare per una deriva illiberale ed antidemocratica dei social) Trump non ha perso la voglia di combattere per “rifare grande l’America” lanciando anche un nuovo social denominato “Truth” evidentemente c’è una gran parte del paese che è disposta a dare fiducia ancora una volta a Trump, il quale sembra aver capito i propri errori e sta riorganizzando la propria macchina elettorale in vista dei prossimi appuntamenti: le elezioni di mid-term previste a novembre 2022 potrebbero rappresentare un segnale in tal senso e se come tutto lascia presagire il partito repubblicano dovesse ribaltare le posizioni al Congresso gli ultimi due anni di Biden sarebbero piuttosto difficoltosi e da lì potrebbe partire ufficialmente la campagna di Trump per la rivincita nel 2024.