Amato: anatomia di un grande imbroglio

Sulle polemiche innescate dalle recenti dichiarazioni di Giuliano Amato interviene con una nota l’ex parlamentare Sergio Pizzolante che argomenta: “

A Ugo Intini che attaccava Giancarlo Pajetta, storico dirigente del PCI in guerra con Craxi, Bettino disse: smettila, non si tratta così un vecchio compagno!

Seguendo questa lezione dovrei quindi astenermi dal parlare di Giuliano Amato e delle sue esternazioni. Però, disobbedisco!

Perché Amato è metafora di una storia conosciuta male. Malissimo.

È forma anatomica del grande imbroglio che ha cambiato ogni traiettoria del Paese sino ad arrivare qui.

Lascio stare le ultime dichiarazioni. Cosa vuoi commentare? Amato ha sempre avuto il genio di spiegare l’inspiegabile. A 85 anni non gli riesce più bene. Punto. Pena.

Adesso,invece, spiego l’inspiegabile di Amato.

C’è una cosa strana, enorme, gigantesca, che nessuno ha visto, che nessuno vede, che nessuno racconta e che invece racconterebbe meglio la storia d’Italia degli ultimi 30 anni e passa.

Racconterebbe meglio, anzi, bene, la storia del Golpe! Della fine violenta della Prima Repubblica e dei partiti storici e della democrazia reale in Italia.

Bene, la storia è questa.

Scoppia Tangentopoli a Milano, in casa di Craxi, in casa dei sindaci socialisti, nella patria del riformismo moderno. Quindi è un attacco al cuore di Craxi, ok?

Da lì a poco lo storico partito socialista e’ tramortito, i democristiani pensano che dando in pasto Craxi alla bestia della falsa rivoluzione giustizialista le cose sarebbero tornate presto apposto. Errore.

Nell’arco di meno di due anni, i cinque partiti che avevano fatto la storia d’Italia non sono più nelle schede elettorali. Puff…

Bene, Craxi, l’uomo considerato e raccontato capo di una banda di ladri, vertice di un sistema infetto, immondo, nella Milano da bere, chi manda a fare il commissario del partito, durante la crisi di Tangentopoli, a casa sua a Milano? Amato!!

Quello che è poi passato alla storia come il più candido dei socialisti.

Craxi fece la stessa cosa 10 anni prima, a Torino, sindaco Novelli, primo grande scandalo Biffi Gentile, Amato commissario del partito a Torino.

Amato, amico del suo peggior nemico, Scalfari, che elogio’ Amato quando smise di rispondere al telefono a Craxi.

Andò così: nel 92 Craxi doveva fare il Presidente del Consiglio e Forlani il Presidente della Repubblica… sarebbe stata una pietra tombale per il PCI poi diventato Pds…e per Scalfari e De Benedetti e compagnia e per alcune correnti della Magistratura….e scoppio’ Tangentopoli.

Scalfaro dice a Craxi che non può fare il Presidente e Craxi che fa? Dice a Scalfaro: ti do tre nomi, Amato, De Michelis e Martelli, non sono in ordine alfabetico.

Quindi fa Amato Presidente del Consiglio.

Quindi, Torino, Milano, Roma, nei momenti più tragici e difficili della storia di Craxi, Craxi sceglie Amato al suo posto.

Il punto è: come mai Craxi è stato dannato, fatto morire in esilio e Amato invece è diventato Presidente del Consiglio, più volte, ministro, più volte, candidato alla Presidenza della Repubblica, più volte, Presidente della Corte Costituzionale, addirittura!

Come mai?

Se il numero uno è diavolo, come è possibile che il numero due, chiamato più volte a prendere il suo posto dal numero uno, nei luoghi più infernali, diventa santo?

È possibile che il numero due non conosca le “malefatte” del numero uno?

È possibile che il numero uno si faccia sostituire dal numero due se ha qualcosa da nascondere al numero due?

È possibile, se un sistema fosse davvero infetto che il numero due del sistema sia lindo?

Ecco, leggere in seguenza:

Amato smette di rispondere al telefono a Craxi per volontà di Scalfari, diventa braccio destro di D’Alema, il secondo peggior nemico di Craxi, al Governo e nella Fondazione Italiani Europei, non va mai ad Hammamet, non fa nulla per non farlo morire sotto le lampade tenute a mano a Tunisi, non dice mai parole di verità su Craxi e il Psi e Tangentopoli. Mai!

Sino al falso su Craxi e Ustica.

C’è un’equazione da fare. Fatela. “

Non crediamo sia il caso di aggiungere altro alla perfetta ricostruzione di Pizzolante, eccetto il fatto che, come abbiamo scritto più volte, quanto accaduto dal 1992 fino alla morte di Craxi resta una vergogna incancellabile per l’Italia.

Claudio Marini