Ajmone Finestra a 10 anni dalla sua scomparsa

Per tanti anni è stato senatore della repubblica, per circa un decennio è stato sindaco di Latina, si è sempre considerato un ragazzo di Salò ma ha sempre ricevuto apprezzamenti da ogni parte politica. Stiamo parlando di Ajmone Finestra, del quale in questi giorni ricorre il decennale dalla sua scomparsa avvenuta nell’aprile del 2012.

Quando giunse la notizia l’aula del senato gli rese l’ultimo omaggio con un grande applauso e non riteniamo che ci sia modo migliore per ricordarlo se non con le parole del sen. Maurizio Gasparri nel suo intervento di quel giorno a Palazzo Madama: “Signora Presidente, volevo brevemente ricordare la scomparsa del senatore Ajmone Finestra, componente di questa Assemblea nell’VIII e nella IX legislatura. Ajmone Finestra si è spento oggi a Latina, all’età di 91 anni, città della quale fu eletto sindaco per due mandati. Egli è stato un volontario di guerra, un combattente, un uomo che con coerenza e passione ha rappresentato gli ideali nazionali; fu nel dopoguerra uno dei promotori della vita e dell’attività della destra  politica italiana. Nato a Todi, si era trasferito nella città che poi sarebbe diventata Latina nel dopoguerra, di cui nel 1993 fu eletto sindaco, nella prima occasione di applicazione della legge che prevedeva l’elezione diretta, in un’epoca in cui il partito cui apparteneva – insieme anche ad alcuni di noi – non aveva alleanze. Non c’erano poli e in occasione della prima sperimentazione di quel sistema elettorale Ajmone Finestra fu eletto grazie al consenso diretto e popolare che la città di Latina gli tributò. In precedenza, era stato attivo parlamentare nel Senato, protagonista di tante iniziative legislative. Dirigente politico fino alla fine della sua vita, nonostante l’età avanzatissima, ha partecipato con passione alla battaglia ideale, interpretandola con grande rigore, onestà e coerenza. Le sue idee potevano essere condivise o meno da tanti ma furono apprezzate da molti. In un’epoca in cui della politica si dicono tante cose, e non sempre a torto, vogliamo ricordarlo per la sua tenacia, la sua passione civile, il suo amore di patria, il suo rapporto con il territorio, che, dopo l’elezione alla Regione e al Senato, lo portò a lasciare il Parlamento per dedicarsi alla guida della sua città, che oggi lo piange”.  

L’intervento di Gasparri fu applaudito soprattutto da Ciarrapico e Gramazio, particolarmente legati a Finestra, che lo ricordiamo, aveva rappresentato insieme un modo di fare politica all’insegna dell’onestà e della competenza: di gente come lui e Pinetto Bonanni, anch’egli scomparso qualche anno prima, avrebbe bisogno oggi non solo la destra ma tutta la politica italiana.