Jhodpur – Usato come aggettivo si riferisce a un preciso modello di pantaloni. In questo caso le origini hanno radici lontane, si narra infatti, che sul finire dell’ottocento il Maharaja di Jodhpur, Pratap, considerato gran maestro d’eleganza, si fosse dovuto recare a Londra in occasione del Giubileo della regina Vittoria. Il caso, o il destino, volle che la nave su cui viaggiava naufragò. Il Maharajà arrivò comunque salvo in Inghilterra ma i numerosi bauli contenenti i suoi abiti pregiati si persero in mare. Pratap, dando sfoggio di intraprendenza e creatività, ordinò immediatamente la realizzazione di un nuovo guardaroba, fornendo lui stesso istruzioni precisissime circa la confezione dei capi. Fu un vero successo, diede vita a dei capi assolutamente innovativi per l’epoca, subito imitati da tutti, tanto da farli diventare delle icone, le cui fogge sono ancora oggi riproposte in più varianti. Fra questi figurano gli Jodhpur pants, il modello è semplice, un pantalone stretto in vita che si allarga sui fianchi, quasi a creare due grandi sacche laterali, per poi stringersi nuovamente al ginocchio e scendere dritto fino alla caviglia, da non confondere con il pantalone “alla araba”, che rimane morbido e largo su tutta la gamba e si stringe solamente intorno alla caviglia.
Questo tipo di pantalone, che prende il nome dal paese d’origine del suo inventore, viene anche chiamato “pantalone da cavallerizzo”, perché adottato proprio per questa pratica grazie alle sue caratteristiche, largo nella parte superiore, così da facilitare il movimento sulla sella, e stretto al polpaccio per non dare intralcio nella cavalcata e poter essere sormontato dallo stivale. Anche alcune divise militari usarono questo modello per le stesse ragioni di praticità.
Oggi, nello sterminato universo moda ne esistono mille e una versione, vita bassa, vita alta, con arricciature e rimborsi laterali, con cavallo alto o bassissimo, riadattato a gonna, insomma, è un capo che permette un notevole gioco ai creatori di moda. Controindicazioni? Di certo non snellisce e non slancia, dato il rimborso sui fianchi e fino al ginocchio. Infatti, fateci caso, nella stragrande maggioranza delle immagini di servizi, sfilate, eventi, li troverete accompagnati da un paio di tacchi non indifferenti.
Importante anche scegliere un modello “ben fatto”, perché, sempre a causa del rimborso ingannatore, se sulla stampella possono sembrare graziosi non tutti hanno lo stesso effetto una volta indossati. Il Maharaja di certo non aveva problemi di fianchi larghi.
Silvia Tagliaferri