Abbecedario per antimodaioli convinti – Terminologia in espansione di una moda che non sempre è stile – E

E – egg shape: La cosiddetta “forma a uovo”, propria di quegli abiti smussati, non spigolosi, con le estremità più accostate al corpo della parte centrale, leggermente bombata, regalano a chi li indossa una gradevole immagine morbida. Certo, come in quasi tutti i capi, se si è alte, snelle, slanciate e filiformi, la “forma a uovo” sarà decisamente più apprezzabile. L’inventore di tale foggia è conteso, alcuni lo vedono in Balenciaga, geniale stilista spagnolo che vide il culmine del suo successo negli anni ’60, altri attribuiscono la creazione a Vionnet, sarta e creatrice di moda; in effetti il simbolo della sua maison, opera di Thayaht, era una donna, piuttosto androgina, racchiusa in un cerchio con indosso un abito dalla forma ovoidale. La sensazione che suscita un capo di questo tipo è sicuramente piacevole, l’immagine tondeggiante è sempre attraente. Tuttavia, difetto piuttosto diffuso tra capi modaioli, non esalta- no la figura umana, anzi, negano la tradizionale forma a clessidra della femmina, sovvertendola: spalle strette, vita larga, riaffusolamento sotto i fianchi. Portati una volta ogni tanto possono dimostrarsi una piacevole variante, indossati spesso, stomacano. Vedi il boom della gonna a palloncino di qualche anno fa’, qualsiasi donna ne avrà una nell’armadio e proverà quella sensazione di nausea da saturazione guardandola.

F – Parte prima
Finger food: come si evince dalla seconda parte del termine, “food”, l’espressione non denota uno stile o un accessorio vestimentario, bensì un tipo di cibo. Perché ho voluto inserirlo in questa rubrica? Perché è diventata una moda, anzi una mania. Il popolo dei modaioli non si diletta solo nell’adornarsi in maniera ossessivamente ricercata, ma anche nel condurre uno stile di vita all’insegna dell’alternatività imperante. Il locali- no giusto, il libro giusto, il linguaggio giusto, e ovviamente, il cibo giusto. Ciò che attualmente è ritenuto tale è il finger food, ovvero, il cibo che si mangia con le mani, senza

l’ausilio di posate. Decisamente l’ideale per serate e parti con buffet, dove l’immagine perfetta partorita da ore e ore di trucco e parrucco non può certo essere guastata da un piatto con forchetta e coltello, sempre

troppo grande, troppo piccolo, troppo sporco, troppo sbilenco, troppo pieno. L’orrore delle nostre nonne è diventata una moda, addio abbondanti piattoni di carbonara accompagnati da rumorosi dleng dleng della forchetta sul piatto in coccio, il finger food è fatto di minuscoli spizzichini, iperdecorati, ipercolorati, nei party più in ipocalorici. Non siamo poi così lontani dai pasti in pillole degli astronauti.

Silvia Tagliaferri