Abbecedario per antimodaioli convinti – Terminologia in espansione di una moda che non sempre è stile – D

D – Decòr: intuibile il significato. Se aggiungiamo un “azione” al termine misterioso anche se non siete Bartez- zaghi riuscirete a risolvere l’enigma. Decòr è esattamente il gemello fascinoso di decorazione, intesa come qualcosa di non necessario, assolutamente superfluo ma “grazio- so”, come lo definirebbe con digusto qualche attempato futurista. In quanto tale interessa tutti i campi dove sono previsti o possibili degli abbellimenti assolutamente fini a se stessi, quindi, dato che non siamo decisamente in un’epoca all’insegna del più rigoroso funzionalismo, praticamente tutti.

Delavè – Sbiadito o slavato è la

traduzione. Il delavè è un tessuto che, tramite processi sofisticati, non molto ecologici e tantomeno econo- mici, mira ad ottenere l’effeto usato (used), quindi un tantinello scolorito alla vista e liso al tatto. Forse vi suoneranno all’orecchio le parole della saggia nonna, o mamma, a seconda: “Hai pagato tutti ‘sti soldi per un paio di pantaloni strappati, se me lo dicevi te li strappavo io!”, seguito da: “ai tempi miei li ricuciva- mo ottantacinque volte i pantaloni, prima di cominciare a usarli come calzini.”, a questo punto la solfa si personalizza finchè non confluirà ancora una volta nel delta comune dei “vecchi tempi della guerra”. Ok,

sarà un po’ lunga da sorbire ogni volta, ma guardiamo le cose dal loro punto di vista, volete negare che abbiano ragione? Il paradosso moderno: gettare via il vecchio, anche se è vecchio solo concettual- mente, per acquistare del nuovo già vecchio, ma vecchio ad’arte. Il concetto è che sembra essere gratifi- cante farsi vedere con un capo usato, vissuto, consumato dagli eventi che questa mia vita piena ha impresso su di esso, ma non è lecito accettare che quest’effetto comporti del tempo, perché se quel capo te lo vedo addos- so ogni giorno dopo un mese diventa noioso e se dovessi aspettare la sua stagionatura sarei già morto di noia.

Meglio comprare un capo nato invecchiato, che racconta di esperienze mai avute, e indossarlo sembrando due vecchi amici, che in realtà si conoscono da poche ore. Una via di mezzo la propone Inès de la Fressange, icona di stile, musa di Lagerfeld, chi meglio di lei può darci una soluzione?

E infatti afferma: “il blouson (giubbotto in pelle o camoscio) è bello usato, prima di indossarlo camminateci sopra.”. Non sarà il massimo della pulizia, ma di certo è un’ escamotage più leale. Chi di noi non ha mai cercato di invecchiare forzatamente un capo? La mia adole- scenza è ricca di jeans aggrediti dalle

lamette, magliette scolorite a forza di varecchina e anfibi maltrattati per scorticare la punta sempre troppo lucida. Tipo “ti punto una pistola alla testa se non dichiari che siamo amici almeno da dieci anni”.

Silvia Tagliaferri