B – parte seconda
Bling bling: Il termine, squisitamen- te onomatopeico e cartoonistico, caratterizza tutti quei gioeielloni di tre chili e mezzo che tanto soddisfa- no il finissimo gusto dei rapper americani (e non). Patacconi spesso più vistosi che costosi, il più tipico è la ben riconoscibile “S” con barrette verticali, celebrato in ogni possibile orpello: ciondolo, anello, spilla, orologio e quant’altro. Ma molto apprezzati sono anche stelle, croci e teschi. Comunque l’importante è che siano brillantemente accecanti, pesanti, pacchiani, assolutamente anti-sobrietà. L’espressione è in uso dai ’90, quando a New Orleans il gruppo rap Cash Money Millionaires lo introdusse nello slang, si è poi
diffuso in seguito a una canzone dal titolo “Bling Bling” del cantante BG. Ora la dicitura si è estesa per definire anche abiti e abbigliamento in generale vistoso e scintillante senza freni al trash.
Ma in Inghilterra “bling” (detto una sola volta, gli inglesi accorciano tutto) sta ad indicare una ben determinata categoria di persone, gli snob potremmo dire, quelli che “è l’apparenza che conta”: abiti e acces- sori firmati, se originali meglio ma senza formalizzazioni, benessere ostentato, modi non sempre degni di etichetta, provenienza: ceto medio. Anche la Francia ha adottato il termi- ne (questa volta con il doppio bling, senza badare a economie), scardi- nando uno dei luoghi comuni più
radicati in Francia, quello dell’eleganza non esibita. Sbagliato! Chi ha detto “non esibita”? C’è tutta una categoria di stra-ricchi che, annoiata dalla finezza di chi occulta il patrimonio sotto una maschera da neo-hippy esce allo scoperto, via libera a Rolex, piscine e Limousine, ecco a voi la cosiddetta “destra bling-bling”.
Boyfriend/Boxy: Termini dal signifi- cato simile, non uguale però. Boxy si usa per i capi (parlando delle femmi- ne) molto grandi, oversize direbbero Dolce e Gabbana, ovvero fuori misura. Larghi, morbidi, visibilmen- te e volutamente al di sopra della propria taglia.
Boyfriend, invece, più che altro descrive la tendenza a vestirsi con
abiti del fidanzato (Boyfriend in inglese). Ora, nessuno starà lì a vedere se quella maglietta è proprio di Luca o no, per ottenere l’etichetta di “Boyfriend-style” è sufficiente indossare capi provenienti dal guardaroba maschile. Quindi spesso e volentieri, ma non per forza, Boxy. Ultimamente la tendenza è sulla cresta dell’onda, tutte abbiamo almeno una magliettona XXL nell’armadio, che viene comunque spesso accostata, per mantenere una parvenza femminile, con i fuseaux o, per chi può, pantaloni o gonnelline a vita alta.
Perché tutta questa voglia di rubare i capi d’abbigliamento dall’armadio dell’uomo di turno? Desiderio di emulazione delle caratteristiche maschili? Ambizioni di semplicità?
Sono due cose diverse?
Silvia Tagliaferri