Abbecedario per antimodaioli convinti – Terminologia in espansione di una moda che non sempre è stile – A

A – Animalier: si legge animaliè, con l’elegante pronuncia francese che ci impone l’origine del termine. Non è di certo una novità nel campo e probabilmente anche i meno dediti alla lettura di testi sacri come Vogue hanno sentito più volte parlare di un capo o una stampa animalier. Come è intuibile quindi, il termine indica quei capi e accessori la cui stampa o fantasia richiama la pelle di un determinato animale. Dico “determi- nato” ma ahimè, e qui entriamo nello specifico della tendenza, troppe volte si sono visti scempi della serie maniche zebrate che sfumano in leopardato sul busto fino a mutare rapidamente in pitone sull’orlo dell’abito. Ecco. L’animalier è

l’emblema del sottile confine tra sensuale e volgare. Come lo è il suo fiancheggiatore più accanito, lo stilista Roberto Cavalli.

Si può dire che la tendenza non sia mai tramontata ma sicuramente ha visto periodi più floridi di altri. Da qualche anno è tornata molto in voga grazie anche (ma mica tanto..) ai tentativi di sdrammatizzazione della sua seriosità proposti da diverse case di moda. Si sono viste stampe leopar- date a base blu, rossa, fucsia, viola, multicolore o dei provocanti zebrati stampati su tenere borse e giubbini di peluche.

Un po’ come vedere Zorro cavalcare una scopa con la testa da cavallo. Queste ironizzazioni possono essere

gradevoli su delle giovanissime, ma la stampa animalier è simbolicamen- te l’acquisizione dell’istinto selvag- gio dell’animale, aggrressivo o meno, ma di certo elegante e vagamente altero. Difficile, certo, chiedere a un capo di conciliare la sottile raffinatezza del classico con la brillante modernità. Ma per favore, non ci fate più vedere quei musoni inferociti che fuoriescono da invisi- bili sipari della loro stessa pelle fra le pieghe di un troppo docile golfino. Ankle Boot: spogliato dell’aura anglosassone: tronchetto. Insiti nell’italianissimo termine già si vedono pregi e difetti.

Il tronchetto è quel tipo di stivale con tacco che arriva alla caviglia o a

volte poco sopra. La scarpa è giunta sulla scena più o meno recentemente, più calda e comoda delle classica decolletes e più elegante dello stivale.

Ma, limiti spesso sottovalutati, taglia la gamba e decisamente non sfina. Si, sulle passerelle stanno bene con tutto, ma per strada è meglio evitarli con calze e leggins, un jeans aderente è una buona alternativa o, se è proprio indispensabile l’accoppiata tronchetto-minigonna, meglio scegliere un modello che lascia scoperto il collo del piede.

Il temibile effetto preannunciato, “tronchetto”, è sempre in agguato, e poi non dite che non vi aveva avver- tito.

Silvia Tagliaferri