Se ne andava 10 anni fa mentre stava nella sua casa di Lamezia Terme: Carlo Rambaldi, genio degli effetti speciali, nonché vincitore di 3 premi Oscar, ci lasciava all’età di 86 anni.
Diplomato geometra, laureatosi all’Accademia di belle arti di Bologna, inizia a frequentare gli ambienti cinematografici in Italia nel 1956 quando realizza il drago Fafner, lungo ben sedici metri, per il film Sigfrido diretto da Giacomo Gentilomo e continua lavorando per registi quali Mario Monicelli e Marco Ferreri, in La grande abbuffata, Pier Paolo Pasolini e Dario Argento, per il quale contribuì a realizzare gli effetti speciali di Profondo rosso nel 1975. L’incontro con la grande produzione cinematografica americana di Hollywood gli permetterà di affinare le sue abilità nella meccatronica (effetti speciali ottenuti con l’unione di meccanica ed elettronica).
Allorché nel 1971 venne riaperta l’istruttoria sulle circostanze della morte di Giuseppe Pinelli il magistrato inquirente dispose un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo. Il manichino che riproduceva le caratteristiche del corpo di Pinelli venne progettato da Carlo Rambaldi.
Carlo Rambaldi è stato il primo autore di effetti speciali cinematografici costretto a dimostrare davanti a un giudice la natura artificiale di quanto appare sullo schermo. Per la scena della vivisezione canina nel film Una lucertola con la pelle di donna (1971), il regista Lucio Fulci fu citato in tribunale per maltrattamento e crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale, se Rambaldi non avesse fornito alla Corte i girati non montati e i fantocci dei cani utilizzati per le riprese.
Rambaldi ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali per ben tre volte: il primo arriva con King Kong di John Guillermin del 1976, per il quale crea un pupazzo di 12 metri. Il robot gigante in realtà è stato usato pochissimo, nella maggior parte delle inquadrature dove si vede il gorilla nella sua interezza, in realtà è Rick Baker con un costume. Realizza anche il braccio meccanico a grandezza naturale di King Kong usato per per le riprese ravvicinate con Jessica Lange e alcune maschere in grado di esprimere le più comuni emozioni indossate da Rick Baker con il costume da King Kong; successivamente nel 1979 per Alien di Ridley Scott contribuisce, insieme a Hans Ruedi Giger, all’ideazione della creatura aliena divenuta poi celebre; nel 1982 crea il suo capolavoro, commuovendo il mondo intero con il protagonista di E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg.
Tra i numerosi altri film a cui ha collaborato vi sono anche Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) sempre di Spielberg, e Dune (1984), di David Lynch.
È stato membro del Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival e dell’Accademia Act Multimedia di Cinecittà. Nel 2008 è stato giurato del Calendimaggio, manifestazione di Assisi.
Anche Rambaldi, nel suo percorso di successi internazionali, aveva vissuto qualche delusione e nel cassetto conservava da tempo il sogno sfumato di un Pinocchio . Ne costruì uno, a proprie spese, per Luigi Comencini, ma le cose non andarono bene, anzi, si finì con litigi e malintesi. Anni dopo, con Roberto Benigni che si accingeva a girare la sua versione della fiaba di Collodi, lo stesso progetto fallì di nuovo. E allora meglio coltivare il ricordo di quell’altro bambino terribile, venuto da un pianeta lontano con gli occhi spalancati e la voglia di tornarci subito: «Non capisco come mai continui a piacere tanto. Tutti sanno come è fatto “dentro”, ma evidentemente il suo carattere è più forte di qualsiasi trucco». Oppure, al contrario, è il trucco che determina il carattere, e allora è Rambaldi, con il suo sguardo attento sul campionario umano, ad aver creato alcuni tra i personaggi più amati e temuti del cinema di tutti i tempi.
Ilaria Pisciottani